Sette lettere

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La scelta del nome HOMEART per il sito, i progetti e i mosaici di carta (ora anche per il blog) è nata dal desiderio di riunire sotto un unico tetto e un unico pensiero due mondi, la casa (Home) e l’arte (Art), solo all’apparenza distinti. Non solo perché l’arte si insinua e ispira in tanti modi diversi il nostro quotidiano – anche a nostra insaputa – ma soprattutto, perché spesso e in modo spontaneo pensiamo, costruiamo, esponiamo e custodiamo le nostre case/vite esattamente come fanno i direttori di musei o gli artisti con i beni che raccolgono, creano e tramandano.

Negli anni passati, ogni volta che giocavo a Scarabeo con queste sette lettere  – H  O  M  E  A  R  T  – emergevano nuove idee e nuove connessioni. La parola Heart (cuore) in realtà è balzata agli occhi fin dall’inizio e non poteva essere altrimenti, visto che il simbolo del cuore era stato scelto come tema della prima collezione di mosaici di carta.

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Ma è stato solo in un secondo momento che mi sono resa conto che Homeart custodiva, nascosti bene, anche altri pensieri e inviti. Quello più sottile ma potente è arrivato dal verbo Hear (sentire, udire) e dal sostantivo Ear (orecchio): quasi a dire che, senza un ascolto attento e rispettoso, nessuna comunicazione può diventare realmente autentica o fertile, e nessuna relazione può scendere in profondità o raggiungere le vette. Sia dentro che fuori.

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Dall’ascolto di sé e degli altri in rispettoso silenzio… alla necessità di fare spazio nella mente fra i pensieri – e in casa fra le cose – il passo è stato breve: così fra le lettere è apparso un mantra, anzi due, come un invito a meditare allo stesso tempo sulle cose della terra (Earth) e su quelle del cuore (Heart).

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Poi, per un lungo periodo, le sorprese sono finite.

Fino a pochi giorni fa… quando, per proseguire l’avventura del progetto Natale dentro (oggi siamo al giorno 12 e, dieta a parte, tutto scorre senza intoppi), sono andata al consueto appuntamento annuale con Il Natale in stile Bulzaga. Per chi non lo conosce, quello della famiglia Bulzaga è un Garden molto particolare: si trova a Errano sulla via collinare che da Faenza porta a Firenze. E’ a due passi dal borgo di Brisighella e merita assolutamente una visita: per 10 mesi all’anno è un Garden “apparentemente” normale, con un vasto assortimento di piante perenni, annuali e molte proposte originali per la cura del verde dentro e fuori casa. Negli altri due mesi dell’anno (più o meno dai primi di novembre all’Epifania), il Garden si trasforma in un antro delle meraviglie, dove il Natale viene “messo in scena” con accorgimenti scenografici e illuminotecnici degni degli allestimenti fieristici (dedicati al decor e alla casa) più raffinati d’Europa.

Un anno dopo l’altro si narra il Natale secondo un orizzonte culturale e geografico diverso: ricordo bene il racconto delle atmosfere dell’est europeo, la ricostruzione di una casa vittoriana (con tanto di video in cui personaggi in costume dell’epoca accoglievano i clienti all’ingresso). Il più bello, indimenticabile, è stato quello di un paio di anni fa: una strada di paese (francese) imbiancata di neve su cui si affacciavano piccoli negozi accuratamente riprodotti, in ciascuno dei quali erano in mostra oggetti diversi (decorazioni e automazioni per il presepe in uno, porcellane e candelabri in un altro…). Con alberi di Natale alti come case e decorazioni di anno in anno sempre diverse, musiche e profumi rigorosamente in tema: un’esperienza, per tutti i sensi, da non perdere. Quest’anno è di scena lo stile gustaviano, severo ma accogliente, in una profusione di azzurri e verdi pallidi che ricordano i personaggi e le ambientazioni delle fiabe del nord. Sembra di entrare in un acquerello tridimensionale… In una stanza da letto un baldacchino enorme offre lo spunto per esporre della biancheria per la casa che riprende lo stile nordico nella sua declinazione più raffinata; in altre due stanze tavole grandissime apparecchiate con stoviglie e accessori d’epoca. Il gusto del vecchio/antico/usato è arrivato fin qui… Le pareti sono fitte fitte di vecchie cornici e specchiere, le tavole traboccano di pile di piatti e posate che sembrano essere uscite direttamente dai romanzi dell’800. Molti gli spunti per i miei prossimi regali.

Per i miei set fotografici, o per le vetrine in cui espongo i collage, i materiali di Bulzaga sono una manna; qui trovo sempre elementi originali, sia naturali (come legni, pietre, muschi e foglie) che lavorati (assi, vassoi, contenitori di legno, vetro e metalli). Anche solo con un’occhiata nel sito – gardenbulzaga.com – si comprende quanta ricerca e gusto è presente qui nel Giardino di Errano. Durante la visita della scorsa settimana, appena ho intravisto i contenitori delle lettere in ceramica mi ci sono buttata a capofitto. Dopo aver scelto le mie solite sette, pensando già a come avrei potuto impiegarle, in fila alla cassa ho ricominciato a giocare a Scarabeo sul carrello. Non so per quale motivo, stavolta in italiano. Muovendo e rimuovendo le mie sette compagne di strada, anche nella nostra lingua si sono composte non so mai quante parole: mare, marte, trame, more, remo, ramo, metro… Non finivano più e mentre giocavo con il Caso, per ciascuna di esse cercavo di immaginare un racconto, uno spunto, un’idea per un quadro…

Forse ero distratta però, perché non ero preparata alla più bella: è arrivata per ultima e mi ha sorpreso, quasi commosso. Fra le candele e i rami di abete appena comprati è apparsa lei, timida, semi nascosta. Come se in tutti questi anni di esperimenti, pensieri e progetti, avesse deciso di non farsi notare e di lavorare accanto alle altre in silenzio. Non so se mi ha meravigliata di più il modo e il luogo in cui si è proposta o il fatto di non essermi accorta prima della sua presenza in questi sei anni. Lo intuivo che c’era, ogni volta che passavano le ore al lavoro senza che me ne accorgessi o che stavo sveglia la sera tardi per trasformare un’idea in una cosa o in una casa. Ma vederla mostrarsi così, alla luce del sole, ha spostato la mia idea di lavoro su tutto un altro livello.

Come sono uscita dal negozio? A bocca aperta, con le lettere strette in mano e le farfalle nel cuore.

 

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Alba 💙


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