
Ho chiesto a Federica di accompagnare questa breve riflessione sul desiderio di rendere più lievi i pensieri (assieme ai gesti e alle parole), con una selezione di oggetti di design creati da chi è già riuscito a tradurre questa idea in realtà. E ho trovato le sue scelte perfettamente in sintonia con l’intenzione, condivisa da sempre più persone, di provare a sperimentare nella vita di tutti i giorni un modo di essere, sentire e fare più leggero e delicato. Cominciando fin dalle prime ore del mattino.
La lampada di Ingo Maurer, che attira a sé farfalle e libellule, mi ha incantato e ho provato a immaginare come possa essere svegliarsi, accendere la luce e iniziare il giorno con un tocco così lieve. Oppure fare colazione su un tavolo che pare prendere il volo e sentire finalmente che i pensieri si fanno più colorati e leggeri.
E’ a Michael Faraday, famoso per ben altre teorie e scoperte, che dobbiamo l’origine di quei palloncini che solo a vederli scappa un sorriso, a due anni come a cento. Chissà che cosa ha pensato quel giorno in laboratorio quando, unendo due dischi di lattice mentre lavorava coi gas, ha visto volare per primo quell’oggetto. Poi ci sono voluti altri 100 anni prima che i palloncini diventassero simili a quelli che ancora oggi ci fanno pensare di poter andare su su in alto insieme a loro.
Quello del palloncino è un simbolo capace di innescare emozioni benefiche, un trigger molto allegro. Trigger è un termine usato in diversi contesti, dall’informatica alla programmazione neurolinguistica, passando per la psicologia: come sostantivo significa

grilletto, stimolo, come verbo l’azione dell’indurre, provocare. E’ qualcosa (evento, persona, oggetto, parola… ma anche profumo, canzone…) in grado di produrre reazioni, ricordi e sentimenti collegati ad una situazione precedentemente vissuta. I trigger possono essere positivi e indurre benessere, o meno. Il palloncino, a parte in chi è stato disturbato dal suo scoppio improvviso o da associazione a eventi negativi, evoca immediatamente per lo più sensazioni di gioia e leggerezza, riferibili all’infanzia e a situazioni di gioco e di festa.
Tutti noi, più o meno consapevolmente, riempiamo le nostre case di questi “inneschi”: foto, cartoline, immagini e oggetti, quadri, profumi, musiche… ciascuna di queste cose può scatenare reazioni interiori, anche molto sottili, di cui a volte neanche ci rendiamo conto. Per questo nei miei scritti e nei miei corsi sull’anima della casa, sottolineo spesso l’importanza di approfondire il dialogo con le nostre “cose”, per capire se costituiscono stimoli all’azione benefici o meno. Soprattutto quando si parla di reazione/relazione personale con l’arte in casa, consiglio di andare molto cauti con gli acquisti o l’utilizzo di opere che – potranno anche essere molto preziose per rarità o mano esecutrice – ma se il soggetto rappresentato (anche astratto) costituisce un trigger sfavorevole per la nostra psiche, il bilancio generale sulla qualità della sua presenza nel nostro orizzonte quotidiano, quasi certamente, non sarà attivo.
Oltre che nelle cose, sempre più persone avvertono il desiderio di portare maggiore cortesia, modi garbati e finezza anche nelle proprie vite… sotto forma di contatti, parole e ritmi meno pesanti, di empatia e calore rivolti innanzitutto a se stessi, di delicatezza e pazienza nei confronti dei limiti, propri e altrui.
Chiudiamo ora in bellezza con le ultime immagini selezionate da Federica, che ha impostato la sua Pagina su arte e design con questi stessi criteri di garbo ed eleganza lieve (fe03 – Instagram). Non più palloncini ma lampadari, cavalli a dondolo e poltroncina che richiamano attraverso altri simboli, forme e colori, quello stato di leggerezza e delicatezza di cui tutti abbiamo e avremo sempre più bisogno, cominciando dalle nostre stanze.
A presto, per un breve sguardo sul movimento dello Slow Living e sulle atmosfere delicate della Kinfolk Home
💙 Alba