La stanza di Laura è una delle mie preferite. E quella che sta prendendo forma nella sua mente sotto la spinta del cuore. Ogni tanto compare nei suoi sogni a occhi chiusi (a volte socchiusi) e non si sa bene dove sarà: nella casa di sempre o in una nuova, in questa città oppure altrove… E’ la stanza che verrà, molto presto, una volta passata la porta del cambiamento. Questo suo momento di sospensione e attesa ha tutto il sapore della potenzialità pura, di quello spazio interiore totalmente libero di esprimersi in mille miliardi di modi diversi. E’ uno dei momenti più entusiasmanti e difficili di ogni atto creativo, è il minuto prima di quello in cui ci si trova a tu per tu con la pagina bianca, con la tela intatta. Quando si sta ancora decidendo se lanciarsi oppure no, se affidarsi al proprio intuito e affrontare nuove sfide o rimanere sulla via già percorsa. La paura del nuovo, di non saper fare o di sbagliare qualcosa strada facendo, sono i limiti interiori che possono interferire maggiormente nei processi creativi, che si tratti di cambiare corso di vita, dipingere un quadro o “ripensare” una stanza. Tutti ci siamo passati, a volte decisissimi a superarli (i limiti), a volte convivendoci più o meno serenamente. Forse meno che più. Ma la soddisfazione nel riuscire ad attraversare il momento delicato dell’indecisione o dell’attesa – con tutto il bagaglio di insicurezze e timori che si porta dietro – è talmente grande, potente e garanzia di benessere immediato e futuro, che vale sempre la pena di provarci. Secondo la scrittrice e psicoanalista francese Sarah Chiche (da vedere il suo vecchio blog Laisse donc…) la casa sarebbe per noi come una pelle psichica, un involucro rassicurante che ci contiene. Nell’ultimo numero di Psicologia Contemporanea (258), in un suo intervento dal titolo Cosa dice di noi la nostra casa, affronta il tema affascinante della relazione fra storia familiare, habitat interiore e spazio abitato. Non abbiamo la minima idea di quanto e come le nostre case possano essere rivelatrici del nostro albero genealogico, anche se sono lontane anni luce da quelle dei nostri avi per distanza o forma.
Gli avi di Laura sono vissuti molto lontano dalla città in cui lei vive oggi. Per sentire meno la malinconia della distanza, si è impressa negli occhi i cieli di quelle colline (morbide e bellissime) e la sua casa è diventata il più classico e creativo esempio di “danza” fra passato e futuro, fra tradizione e desiderio del nuovo.
La danza è stata una delle sue grandi passioni, assieme al disegno: entrambi lasciati in disparte per occuparsi di persone che vanno da lei per comprare un farmaco ed escono sollevate come se l’avessero assunto all’istante, con effetti immediati. Non se ne rende conto ma il cielo che ha negli occhi, unito al garbo della parola, rassicurano tutti gli anziani (e non solo loro) che fanno la fila ogni mattina nella farmacia di paese in cui lei, non solo lavora, ma danza col cuore fra le persone.
I suoi disegni sono delicati, pieni di allegria e sottile ironia. Ha illustrato un quaderno didattico per le scuole elementari sull’introduzione all’archeologia, ma per lo più disegna per i familiari e gli amici. Un vero talento, non ancora esplorato del tutto. Riesce con pochi tratti a esprimere perfettamente i caratteri fisici e interiori di persone, animali e persino cose (come ha fatto ultimamente con una pentola dallo sguardo feroce, piena di dolce al mascarpone… una delizia). Quando ricomincerà a disegnare sarà una gioia, per il suo spirito creativo che attende pazientemente da anni, e per noi che ne godremo gli effetti.
La stanza che verrà di Laura avrà tutti i colori del mondo, mescolati in un unico racconto: come i suoi pastelli, gli abiti che indossa e il suo frigorifero. In queste cose, ancor più che nella decorazione della casa, si intravede il suo sguardo interiore di oggi, si intuiscono i sogni che stanno spingendo il suo orizzonte sempre più in là. Sogni che parlano di luoghi molto lontani, dall’altra parte del mondo, di altri modi di essere e vivere. Parlano di sole e luce, di nuovi progetti.
La stanza che si sta creando nella sua mente – e presto si realizzerà anche fuori – avrà sicuramente la stessa eleganza delicata di quelle già create e abitate, ma con qualcosa in più di molto prezioso. Il profumo del rinnovamento e di una libertà interiore vissuta fino in fondo, con gratitudine e infinita dolcezza.
💙💙💙 Alba