A chi desidera portare maggiore impulso creativo alla propria vita, gran parte degli psicologi, life coach ed educatori consigliano di stare a debita distanza dalla ricerca della perfezione. Per non ritrovarsi a vivere nella frenesia di controllare tutto ciò che viene detto, fatto e provato. O per non lasciarsi sopraffare da un’ansia da prestazione che toglie energie ed entusiasmo, che provoca rallentamenti, battute d’arresto e inevitabile procrastinazione lungo qualsiasi percorso creativo. Quello del perfezionismo è sicuramente un atteggiamento interiore impegnativo da gestire, in qualunque professione o relazione personale esso si manifesti. Ma oggi vogliamo parlare di una sua sfumatura, spesso trascurata, che può aggiungere grande qualità e ispirazione alla vita quotidiana.
Quando la ricerca della perfezione è guidata da un profondo (per lo più inconsapevole) bisogno di riconoscimento, accettazione e conferma di valore dall’esterno, non può che creare disagio a coloro che la inseguono. E a chi li circonda. Ma quando è ispirata direttamente da quel ricordo e desiderio di assoluto che alberga nel più profondo del nostro essere, allora il discorso cambia totalmente. Dentro di noi, sepolta e raramente attivata, esiste la memoria di una fusione e aderenza totale all’Assoluto, a quello spazio/tempo infinito e silenzioso dove la perfezione è uno stato naturale dell’essere. Non ha nulla a che fare con le pretese nostre o altrui di adesione a modelli a cui tendere senza mai riuscire a raggiungere. Anzi! E’ un momento quasi “sospeso” dove la persona si sente totalmente libera da giudizi interiori o da pressioni esterne, dove la perfezione sta tutta in un sentimento di pace, appartenenza e realizzazione. Di connessione totale e compimento. E’ una memoria antica che si rinnova in momenti particolari, di solito improvvisi: può capitare in meditazione o in natura dinanzi a paesaggi e orizzonti che tolgono il respiro. Può attivarsi mentre si guardano gli occhi di una persona di cui si è profondamente innamorati, mentre ci si prende cura di un neonato o di un animale di famiglia molto amato. Possono essere un’opera d’arte o una musica, un gesto aggraziato, una preghiera o un sogno… a creare l’innesco per stati di picco o visioni, intuizioni e ispirazioni il cui ricordo ci accompagnerà per sempre, per tutta la vita. Piccoli momenti di perfezione assoluta che potremo usare per sempre come bussole e fari che indicano la rotta.
Nei cammini lungo la via di Santiago come nei suoi percorsi interiori, in Nicoletta la ricerca della perfezione e la memoria dell’assoluto si intrecciano e si fondono in tanti modi diversi. Come quel giorno sul finire del primo Cammino quando mare, sole e nuvole le hanno inviato un messaggio inequivocabile e lei è riuscita a conservarlo per sempre grazie a questa bellissima foto… Che si tratti di allenarsi ai pellegrinaggi per mesi prima della partenza, sotto la pioggia o il sole cocente, di allestire cerimonie nuziali curando i minimi particolari con un’attenzione ai dettagli fuori dal comune, o di ristrutturare case antiche… Nicoletta mostra una disciplina ferrea e un talento innato che trova nella precisione il suo punto di forza.
La sua formazione nel campo della grafica all’Istituto Europeo di Design a Milano è avvenuta in un momento in cui erano solo mani e occhi a fare la differenza, non le competenze d’uso di applicazioni e programmi informatici. Forse è anche per questo che le sue abilità manuali e il suo sguardo hanno sempre avuto una parte importante nelle attività svolte fino ad ora. Spesso le chiedono se per caso non abbia l’intero Pantone incorporato negli occhi, tanto è precisa nel riconoscimento delle sfumature, nell’abbinamento dei colori e nel ricordo di cromie particolari (utilizzate, o solo viste, anche anni addietro).
Vive ora un momento di intenso cambiamento e fervore creativo. Parallelamente agli studi di Psicosintesi di Roberto Assagioli, da alcuni anni Nicoletta sperimenta con trainer/artisti specializzati l’uso del Mandala come strumento di autoanalisi e cura di sé. Completato il suo percorso di formazione, ora sta elaborando un proprio metodo di insegnamento che presenterà al pubblico la prossima primavera. Noi ci saremo, ospiteremo sul blog le sue riflessioni sull’argomento e nello Studio Homeart faremo esperienza pratica sotto la sua guida. Nell’ideazione e costruzione di un mandala, spiega Nicoletta, non è la mente a dirigere i gesti, la scelta del colore o delle forme. E’ l’anima. Non serve assolutamente avere competenze pregresse in disegno o pittura, anzi… Emergono sempre (in tutti e in modo spontaneo) tratti e impulsi che partono dal luogo in cui la ricerca di perfezione è lo stato naturale dell’essere: il nostro cuore.
Appuntamento a breve… nell’incantevole mondo/mandala di Nicoletta.
💙 Alba