Hygge è un termine danese che Louisa Thomsen Brits, in premessa all’omonimo suo libro pubblicato di recente da Sperling & Kupfer, definisce così:
Hygge è un modo di essere, è la nostra voglia di condividere. E’ la sensazione di sentirsi protetti, sicuri, in un rifugio caldo. E’ un’esperienza individuale e al contempo di comunione con gli altri e con i luoghi in cui troviamo stabilità e certezze e che ci danno coraggio e consolazione. Cercarla significa favorire l’intimità e la connessione. Hygge rafforza i legami, dà valore al presente, avvicina le persone. E’ una sensazione di pienezza e appagamento. Riguarda l’essere e non l’avere…
Ogni volta che uno dei miei mosaici di carta parte per una mostra o per andare a vivere nelle case di amici o sconosciuti, mi sento totalmente immersa nella Hygge.
Occorrono settimane (a volte mesi) per realizzarli, soprattutto quelli di grandi dimensioni e ciascuno di essi viene composto con centinaia di cuori tagliati e incollati uno ad uno. In ogni composizione cerco di rappresentare quel ritmo armonico che scandisce eventi naturali come le maree, il ciclo giorno/notte, il respiro, le pulsazioni all’interno del nostro corpo. E il sapere che quei battiti saranno presenti nella vita quotidiana o negli appuntamenti importanti di altre persone, mi provoca un sentimento intenso di connessione, intimità e condivisione.
Come quel giorno della scorsa estate in cui ho pensato che i miei cuori potessero sentire le emozioni di Anna, giovane e bellissima sposa, mentre si stava preparando a condividere con le persone care un momento tanto atteso, di profonda gioia e tenerezza. Oppure penso al Sole che è andato a vivere nella sua casa d’oltreoceano, nella città che non dorme mai.
Una città che amo moltissimo e nella quale ho trovato tante ispirazioni e materiali per le mie creazioni e ricerche. E’ come se una parte di me si trovasse là, in quel luogo dove spesso ho sognato di vivere e lavorare.
M piace immaginare che quel Sole possa raccontarmi in diretta che cosa succede in città; quali stati d’animo provano le persone che siedono insieme attorno a quel tavolo, ridendo e scherzando, progettando un futuro diverso. Tutto nuovo.
Ogni volta che i mosaici vanno in mostra penso alle persone che dialogheranno con i miei cuori. Spero che adulti e bambini si sentano spinti a guardarli da vicino, notare le differenze e toccarli delicatamente… per scoprirne il ritmo nascosto che non appare da subito, si svela piano piano. Li ho immaginati e creati come invito a fermare il pensiero, a entrare dentro quel battito solo con il sentire.
Per ogni composizione intaglio fogli che provengono da tutto il mondo: da cartiere storiche italiane (fiorentine e venete), da manifatture artigianali orientali che utilizzano riso e canapa, papiro, lino e cotone, da produttori francesi e inglesi di carte per l’arredo, dai musei di NewYork… Mi sembra così di unire simbolicamente esistenze e culture (cuori e persone) distanti fra loro.
Per ritagliare le tessere mi servo di un’antica pressa manuale recuperata in una vecchia officina meccanica bolognese. E’ pesantissima, fa un gran rumore ma non la cambierei per nulla al mondo: con lei è nata la prima collezione Hearts. Alcune carte vengono dipinte per ottenere sfumature particolari, altre le combino cercando di trovare quell’armonia di colori “sabbia, pietra e marmo” che da sempre mi affascina, nella natura come fra i resti del mondo antico. Ed è solo alla fine di tutti quei gesti, ripetuti mille volte, che ogni mio mosaico diventa un piccolo racconto di cuore.
Ora sto lavorando a nuove serie con tessere che simbolicamente parlano di luce, volo e leggerezza. Nuovi racconti e collezioni si profilano all’orizzonte, ma le migliaia di cuori presenti in Studio sono e saranno per sempre custodi dello stile di vita Homeart e insostituibili compagni di strada.
💙
Alba
Ps: consiglio vivamente Hygge… il libro citato in apertura: in particolare i capitoli su appartenenza e protezione.
🌟👏