Custodi del tempo

IMG_5498Nei borghi storici delle città – dove la continuità abitativa ha portato nel tempo ad accorpamenti di edifici diversi, cambi di destinazioni d’uso o interventi radicali in conseguenza di eventi bellici o naturali – spesso le case si sviluppano su più piani sfalsati, con “quinte” create da scale e gradini di collegamento fra i diversi livelli. Appaiono scorci che invitano lo sguardo a proseguire di stanza in stanza per esplorarne forme, movimenti e volumi. Quando si rinnova un edificio che ha una vita pregressa alle spalle, inizia fra mura e nuovi abitanti un gioco di ascolto, dialogo e trasformazione che deve tener conto di tanti aspetti: la natura del luogo, le tracce rimaste di chi ci ha vissuto in passato e ne ha costruito l’ossatura, le esigenze estetiche/pratiche e psicologiche di chi ha scelto di dargli nuova vita. E’ un bellissimo momento di ripensamento, rinnovamento interiore ed esteriore, che necessita di una capacità immaginativa particolare e un’adattabilità maggiore rispetto a chi costruisce “a prato verde” e non deve confrontarsi con strutture preesistenti.

“A prato verde” è un concetto (utilizzato in diversi campi) che indica situazioni in cui si progetta e si crea qualcosa partendo da zero. In libertà e senza limiti imposti da circostanze pregresse o condizionamenti esterni. L’ideale per chi ha in mente qualcosa di innovativo rispetto ad uno status precedente (una casa, un progetto lavorativo, un obiettivo personale…) e vuole partire da una pagina totalmente bianca. Scegliere un edificio antico o vecchio come abitazione, invece, impone dei vincoli e obbliga a trovare un punto di incontro fra passato e futuro, a cercare compromessi creativi per soddisfare esigenze sociali e personali che nei secoli sono cambiate moltissimo. D’altro canto, però, aggiunge alle nostre vite qualcosa di impareggiabile: dei piccoli frammenti di storia di cui diventiamo a pieno titolo custodi.

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La casa che visitiamo oggi, continuando la nostra ricerca sui diversi modi dell’abitare, è un bellissimo esempio di come un approccio creativo nella definizione e nella decorazione degli spazi possa riuscire a soddisfare esigenze attuali ed esprimere stile contemporaneo anche dove le impronte del tempo sono evidenti e inevitabili. Gli interni esprimono allo stesso momento raffinatezza e calore, originalità e senso di accoglienza. Ciascuno di questi elementi, in un’armonia complessa da ottenere – come ben sanno architetti ed interior designer – collabora con gli altri e produce un’atmosfera confortevole e avvolgente.

Molto interessante e gradevole, alla vista e al tatto, la combinazione fra materiali austeri (la scala e le pareti bianche, minimaliste) e la preziosità di punti luce e inserti di tappezzeria dai colori tenui, nella parete che separa la zona pranzo dalla cucina e nel vano scale. Altrettanto riuscito l’accostamento fra divani e complementi d’arredo, fra tendaggi dallo stile nordeuropeo e sedute del ‘900 “ripensate” con velluti contemporanei.

L’aspetto che più mi preme sottolineare, però, è l’atmosfera accogliente e intima che connota il soggiorno, per consuetudine l’area della casa destinata alla condivisione e alle relazioni sociali. Le proporzioni equilibrate delle altezze, dei soffitti a trave dipinti di un bianco caldo e la zona conversazione con tessuti naturali dalle sfumature garbate, creano immediatamente una scenografia morbida da cui ci si sente avvolti.

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Chi abita oggi questa casa del passato ha lavorato con cura, cuore e talento.

Si vede… e si sente. 

💙   Alba


2 risposte a "Custodi del tempo"

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