Tutto ciò che rimane dopo aver lasciato andare cose accumulate nel tempo da noi o da chi ci ha preceduto in famiglia – cose che non rispondono più ai desideri e alle necessità di oggi o ci legano a situazioni/emozioni da cui sarebbe saggio allontanarci – è leggerezza nel cuore, più ordine nei pensieri e maggior spazio, in casa e dentro di noi.
Come se si liberasse interiormente una grande quantità di energia psichica, da impegnare in nuovi percorsi e progetti più vicini alla nostra vera natura; un’energia vitale che ci rende meno propensi a riempirci in modo compulsivo di beni materiali e impegni di ogni genere, e meno inclini alle pressioni e agli stimoli indotti dall’esterno. Sono numerosi i manuali e i libri dedicati in questi ultimi anni al decluttering (riordino materiale e interiore), alla ricerca di uno stile di vita essenziale, all’arte di eliminare tutto ciò che non è più utile, necessario, funzionante e gradevole.
I protagonisti più noti della recente ondata di minimalismo calato nella vita quotidiana – in versione occidentale – sono Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus: due giovani amici americani che, dopo aver raggiunto vertici e alti guadagni nelle rispettive carriere senza che questo portasse loro alcun beneficio a livello di realizzazione personale e soddisfazione interiore, hanno sentito che l’unica strada possibile per ritrovare serenità, gioia ed equilibrio nelle proprie vite era quella di un progressivo alleggerimento del proprio bagaglio materiale ed emotivo. Hanno cominciato a ridurre drasticamente oggetti d’uso quotidiano come vestiti, libri, stoviglie, giornali, accessori, tecnologie… a liberarsi da vincoli immobiliari e finanziari, a svuotare le proprie case da presenze ingombranti (mobili di famiglia, ricordi di viaggio o del passato, fotografie, giochi e apparecchi elettronici). Mano a mano che procedevano nel loro viaggio verso l’essenza ritrovavano senso e significato, recuperando anche una salute psicofisica compromessa da eccessi di ogni genere.
Dopo anni vissuti nel consumo, nell’idea largamente condivisa in tutto il mondo occidentale che solo il successo, la ricchezza e il possesso di beni materiali potessero dare significato all’esistenza, hanno riscoperto il piacere di relazioni sane e autentiche con le persone e con le cose, ritrovato energie dimenticate o mai assecondate… Fino a diventare addirittura “insegnanti” di uno stile di vita semplice dove le priorità sono altre: le relazioni, i sentimenti, la ricerca e l’espressione dei propri talenti, la condivisione e la solidarietà… Ryan e Joshua hanno scritto numerosi libri su questa loro esperienza personale, divenuti tutti bestsellers: Tutto ciò che rimane (Everything that remains, Asymmetrical Press 2014) è il racconto di questa loro avventura iniziata nel 2010 all’età di trent’anni. Hanno un blog/sito seguito da milioni di persone ogni anno – The Minimalists – e vengono invitati ovunque nel mondo a condividere i passi e i risultati di questo loro stile esistenziale. Ecco alcuni fra i post più seguiti nel loro blog:
30-Day Minimalism Game – Il gioco dei 30 giorni di minimalismo
Tour Joshua’s Minimalist Apartment – Visita l’appartamento minimalista di Joshua
Why I Quit My Six-Figure Career – Perché ho lasciato la mia carriera a 6 zeri
Easiest Way to Organize Your Stuff – Il modo più facile per organizzare le tue cose
18-Minute Minimalist Exercises – Esercizi minimalisti da 18 minuti
Letting Go of Sentimental Items – Lasciare andare oggetti sentimentali
Un assaggio del loro approccio minimalista è possibile anche attraverso la visione del documentario che nel 2016 è risultato primo in classifica negli Usa come produzione indipendente (sezione documentari): Minimalism: A Documentary About the Important Things
Molti gli spunti di riflessione provenienti da vite minimaliste intraprese da famiglie, imprenditori, artisti, giornalisti, architetti e scienziati che hanno scelto di vivere “pienamente” con “meno” di tutto. Con più amore, semplicità, passione, tempo, condivisione, crescita, creatività, solidarietà, contributo al mondo…
Nelle prossime settimane torneremo nuovamente sull’argomento del riordino, da una prospettiva diversa: daremo uno sguardo allo stile giapponese e prenderemo in esame alcuni dei suggerimenti più suggestivi di Marie Kondo e Nagisa Tatsumi.
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Alba