Che si tratti di allestire un ristorante all’interno del Grand Hotel Stockholm in Svezia (il Matbaren) o di disegnare una semplice bottiglia per Ikea, la designer londinese Ilse Crawford in tutte le sue creazioni parte da una filosofia ben precisa: prima e al di là dello stile ci sono le persone. C’è la vita, quella di tutti i giorni: quella fatta di sensi, desideri ed emozioni.
Una carriera in continua ascesa, la sua: a 27 anni Ilse Crawford diventa direttore di Elle Decoration UK, a 37 è vice presidente di Donna Karan Home a New York, e dopo un paio di anni fonda StudioIlse a Londra (uno Studio di design multidisciplinare) e il Dipartimento di Man and Wellbeing all’interno della prestigiosa Accademia del Design di Eindhoven (Olanda): qui trasmette ai giovani la sua idea personale di design, insegna e progetta. Nel 2014 la Regina Elisabetta II le assegna un MBE (Member of the Order of the British Empire) per i servizi resi nel campo del design e nel 2016 viene eletta Designer dell’anno a Parigi.
Ciò che rende estremamente interessante il suo percorso è il desiderio continuo di riportare al centro del design la persona nella sua interezza. La Crawford progetta, crea e insegna a realizzare cose e case in cui le persone si “sentano” bene, con il corpo e con la mente. E scrive, senza dimenticare il cuore. Il sentire è al centro della sua visione, della sua filosofia tradotta in pratica. Già nel suo primo libro Sensual Home. Liberate your sense and change your life – pubblicato vent’anni fa da Quadrille (London) – invitava i lettori a ristabilire un maggiore equilibrio fra mente e corpo, a ragionare insieme a lei su ciò che rende un casa veramente confortevole e di una bellezza autentica, senza tempo. Ha denunciato un certo tipo di progettazione e design della seconda metà del ‘900, molto più interessato a come le cose appaiono piuttosto che allo stato d’animo che procurano o a come fanno sentire fisicamente chi le usa. L’aver messo in secondo piano i sensi e la fisicità nel design, in nome dell’apparenza e della forma, ha procurato nel tempo una certa alienazione delle persone dalle proprie abitazioni o da oggetti d’uso quotidiano. Ha creato una distanza emotiva e fisica che non ha prodotto alcun benessere, neppure a livello mentale.
Ecco allora che per Ilse Crawford la casa deve tornare ad essere il luogo del nostro piacere emotivo, dove prenderci cura dell’equilibrio fra mente e corpo e trovare la “nostra” nota armonica. La casa è il nostro angolo di mondo: non possiamo controllare tutto ciò che è incerto e instabile nel mondo, ma possiamo controllare il modo in cui reagiamo ad esso e i sensi sono la via privilegiata per ritrovare dentro armonia ed equilibrio… La casa è il luogo a cui far riferimento per riordinare pensieri ed emozioni, per riscoprire a fondo il nostro corpo e le sue necessità. Presi dalla fretta e dall’ansia non prestiamo più la giusta attenzione al riposo, al bisogno di stimolare tutti i sensi (l’olfatto è parecchio trascurato nella nostra vita), al piacere di una ritualità nei gesti che fanno del bagno o della preparazione dei cibi un appuntamento quotidiano con la cura di sé. Un appuntamento che ha bisogno di tempi lenti, delicatezza e attenzione. Abbiamo bisogno di riscoprire il tatto, di usare superfici, texture e materiali (possibilmente naturali) che siano un piacere al tocco, oltre che alla vista. Niente esiste se non attraverso le mani, diceva Giò Ponti.
Abbiamo bisogno di riportare profumo nelle nostre giornate, in cucina come nelle stanze da letto o nel soggiorno. Non deodoranti sintetici, ma profumi di fiori freschi, agrumi, incensi, candele, essenze; abbiamo bisogno di tessuti capaci di avvolgerci in una nuvola di morbidezza e calore… Abbiamo desiderio di silenzio e quiete, di tempo libero e calmo, di angoli per leggere e sognare: per questo in casa sarebbe opportuno creare dei piccoli spazi, delle oasi di “decompressione” (visiva e sonora) in cui poter meditare senza essere bersagliati da stimoli di ogni genere. Serve calore e intimità, senso di accoglienza e raccoglimento: per questo il design non può esimersi dallo studiare soluzioni che tengano conto più del sentire che dell’apparire. Per quanto riguarda la vista abbiamo bisogno di comprendere quanto e come le forme e i colori ci condizionano, dobbiamo diventare più consapevoli di quanto siano importanti le giuste proporzioni, il giusto rapporto fra pieno e vuoto, l’illuminazione naturale e artificiale.
Entrando nel mondo di Ilse è questo che si respira: un grande desiderio di essenza, al di là delle mode.
studioilse.com
💙 Alba