Perché il cuore?

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Negli ultimi anni molte persone mi hanno chiesto perché ho scelto il cuore come tema principale delle mie composizioni di carta. Mi sono posta anch’io la stessa domanda, più volte. So soltanto che fin dai tempi della scuola ho disegnato a dir poco migliaia di cuori su libri, quaderni e fogli volanti… Il cuore è un simbolo universale, in ogni cultura e a qualsiasi latitudine rimanda sempre, e all’istante, allo stesso concetto; è stato usato e consumato nelle corrispondenze romantiche e affettuose (prima e dopo internet), nell’arte, nella pubblicità, nella comunicazione. Ovunque.

Quando ho cominciato a comporlo nei miei mosaici/collage non pensavo che mi avrebbe accompagnato così a lungo, volevo sperimentare forme diverse e lasciarmi ispirare da linee e simboli di varie epoche e civiltà. Ma lui ha sempre finito per avere il sopravvento su tutti gli altri. La parola cuore mi attira in tutte le lingue della Terra, ma è in inglese che raggiunge la sua massima profondità: nelle lettere che compongono la parola heart c’è un mondo da scoprire. C’è il verbo hear (sentire), il sostantivo ear (orecchio) e poi art (arte)… Altrove nel sito ho scritto che esiste un collegamento fra cuore e orecchie (vedi qui): si può ascoltare, udire e sentire in tanti modi differenti, ma è solo quando lo facciamo unendo il cuore agli organi di senso che riusciamo ad avere una connessione autentica con chi ci sta più vicino.

Sono attratta da questo simbolo, semplice e immediato, anche per un altro motivo: mi piace l’idea di entrare nel cuore di persone, cose e situazioni. Per carattere non riesco a fermarmi sulla superficie, ho bisogno di scavare come un’archeologa in cerca di parole e sentimenti meno evidenti, di pensieri appena accennati che rimandano a presenze e tesori sotterranei che attendono solo un cenno (e il momento giusto) per essere portati alla luce. E non solo le persone hanno cuori da esplorare, anche cose e case li hanno. Per non parlare degli animali e della Natura. Pensare con il cImage 20-03-17 at 16.15 2uore e sentire con la mente è come un gioco di ruolo (tutto interiore) in cui si ribaltano i parametri consueti di approccio alla realtà, in cui si torna bambini ma con la coscienza da grandi: un gioco attraverso il quale parole come connessione, condivisione, ascolto e accoglimento assumono tutt’altro significato e spessore. Per questi motivi il cammino da heart ad art, da cuore ad arte, è stato per me inevitabile. E’ un percorso a due sensi, trafficato ma sicuro; il paesaggio è molto attraente, sempre diverso. E l’autovelox funziona al contrario, vieni multato solo se procedi troppo lentamente.

💙  Alba

P.S. Appuntamento a domani su Instagram (alla pagina @ homeart.it), su blog e sito (sezione Portfolio). Verrà presentata in video la nuova Collezione ART E-MOTION: arte, cuori ed emozioni in movimento…


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