Storie di cuori
Occorrono settimane (a volte mesi) per realizzare i mosaici di carta della serie Hearts, soprattutto quelli di grandi dimensioni. Ciascuno di essi viene composto con centinaia di cuori tagliati e incollati uno ad uno. In ogni composizione cerco di rappresentare quel ritmo armonico che scandisce eventi naturali come le maree, il ciclo giorno/notte, il respiro, le pulsazioni all’interno del nostro corpo. E il sapere che quei battiti saranno presenti nella vita quotidiana o negli appuntamenti importanti di altre persone, mi provoca un sentimento intenso di connessione, intimità e condivisione.
Ogni volta che i mosaici vanno in mostra penso a chi dialogherà con essi. Spero che adulti e bambini si sentano spinti a guardarli da vicino, notare le differenze e toccarli delicatamente… per scoprirne il ritmo nascosto che si svela piano piano. Li ho immaginati e creati come invito a fermare il pensiero, a entrare dentro quel battito solo con il sentire. Per ogni composizione intaglio fogli che provengono da tutto il mondo: da cartiere storiche italiane, da manifatture artigianali orientali che utilizzano riso e canapa, papiro, lino e cotone, da produttori francesi e inglesi di carte per l’arredo, dai musei di NewYork, Parigi, Londra… Mi sembra così di unire simbolicamente esistenze e culture distanti fra loro. Per ritagliare le tessere mi servo di un’antica pressa manuale recuperata in una vecchia officina meccanica bolognese. E’ pesantissima, fa un gran rumore ma non la cambierei per nulla al mondo: con lei è nata la prima collezione Hearts. Alcune carte vengono dipinte per ottenere sfumature particolari, altre le combino cercando di trovare quell’armonia di colori “sabbia, pietra e marmo” che da sempre mi affascina, nella natura come fra i resti del mondo antico. Ed è solo alla fine di quei gesti ripetuti che ogni mio mosaico diventa un racconto di cuore.
Negli ultimi anni molte persone mi hanno chiesto perché ho scelto proprio questo come tema principale delle mie composizioni. Mi sono posta anch’io la stessa domanda, più volte. So soltanto che fin dai tempi della scuola ho disegnato a dir poco migliaia di cuori su libri, quaderni e fogli volanti… Il cuore è un simbolo universale, in ogni cultura e a qualsiasi latitudine rimanda sempre, e in un istante, allo stesso concetto; è stato usato e consumato nella corrispondenza romantica (prima e dopo internet), nell’arte, nella pubblicità, nella comunicazione. Ovunque.
Quando ho cominciato a comporlo nei miei mosaici/collage non pensavo che mi avrebbe accompagnato così a lungo, volevo sperimentare forme diverse e lasciarmi ispirare da linee e simboli di varie epoche e civiltà. Ma lui ha sempre finito per avere il sopravvento su tutti gli altri. La parola cuore mi attira in tutte le lingue della Terra, ma è in inglese che raggiunge la sua massima profondità: nelle lettere che compongono la parola heart c’è un mondo da scoprire. C’è il verbo hear (sentire), il sostantivo ear (orecchio) e poi art (arte)… Altrove nel sito ho scritto che esiste un collegamento fra cuore e orecchie (vedi qui): si può ascoltare, udire e sentire in tanti modi differenti, ma è solo quando lo facciamo unendo il cuore agli organi di senso che riusciamo ad avere una connessione autentica con tutto ciò che ci circonda: persone, natura, case e cose.
💙 Alba