Per gli appassionati di storie romantiche a lieto fine, con protagonisti da Oscar del calibro di Meryl Streep, Jack Nickolson, Robert De Niro, Diane Keaton, Kate Winslet, Mel Gibson… e con trame dall’ironia fine e garbata, le commedie della regista e sceneggiatrice americana Nancy Meyers sono imperdibili. Per lo più storie di donne alle prese con fasi della vita in cui un cambiamento esterno – figli, carriera, separazioni, nuovi incontri – porta scompiglio dentro e costringe tutti i protagonisti a confrontarsi con paure, desideri, sogni e limiti, per crescere e condurre le loro esistenze a un nuovo livello.
Senza entrare nel merito delle singole trame (o dei giudizi a volte discordanti fra pubblico e critica), oggi vogliamo prendere in esame soltanto un aspetto di queste produzioni, molto interessante per gli argomenti che trattiamo in questo sito: e cioè il modo in cui la Meyer nelle sue storie riesce a creare ambientazioni memorabili – di volta in volta o estremamente eleganti e ricercate, o di piccole dimensioni, calde e accoglienti – ma sempre perfettamente in sintonia con gli atteggiamenti e i sogni dei protagonisti. Che si tratti di ricostruire in studio le atmosfere ovattate di un piccolo cottage del sud dell’Inghilterra o lo sfarzo elegante e misurato di una residenza estiva negli Hamptons (USA), una tipica enorme casa californiana oppure un loft ad uso ufficio a New York, la Meyers sembra trattare gli interni come se fossero personaggi in carne e ossa. Le sue case (insieme alle musiche bellissime di Hans Zimmer) hanno una parte determinante nelle sceneggiature che scrive e dirige, sottolineano perfettamente i caratteri dei protagonisti e le vicende che si sviluppano lungo tutto il film. Con una cura per il dettaglio che rasenta la perfezione. Alla domanda sul perché di tanto impegno nella descrizione e rappresentazione degli interni, la Meyers risponde spesso che se uno spende così tanta parte della sua vita a inventare personaggi per il cinema e poi qualcuno nei film mette loro addosso abiti sbagliati o li fa dormire in letti che non avrebbero mai comprato per nulla al mondo… è come se qualcuno aggiungesse dialoghi estranei alla scena! A volte si può essere colpiti più da quello che si vede, che da quello che si sente…
Tanti gli spunti che si possono trarre dalle sue ambientazioni. Su Pinterest o con qualsiasi altro motore di ricerca è facile ripercorrere la storia delle sue case/film e farsi sorprendere dai suoi allestimenti; non so quante pagine e recensioni su stampa specializzata le siano state dedicate negli anni (Architectural Digest, Elle Decor, New York Times…). Ogni film in uscita, di solito molto apprezzato dal pubblico, viene scrupolosamente analizzato da chi si occupa per mestiere di arredamento e decorazione di interni. Ma ancora più affascinante dell’osservare le immagini sul web è l’entrare direttamente nelle sue case al cinema o in tv.
Di seguito una piccolissima selezione dai set degli ultimi film; anche risalendo alle sue prime esperienze come regista o sceneggiatrice, si nota la stessa impronta delicata e la stessa capacità di scegliere gli interni con sguardo attento e professionale. Per ogni singola storia, la Meyers si avvale della collaborazione di scenografi e interior designer qualificatissimi, specializzati in interni per set cinematografici (Jon Hutman, James Radin, Beth Rubino…).
Cominciamo dal film più recente:
The Intern 2015 – Lo stagista inaspettato (con Robert De Niro e Anne Hathaway)
It’s complicated 2009 – E’ complicato (con Meryl Streep, Alec Baldwin e Steve Martin)
Something’s Gotta Give 2003 – Tutto può succedere (con Jack Nicholson e Diane Keaton)
L’amore non va in vacanza (con Kate Winslet, Cameron Diaz e Jude Law)