Persone e messaggi ispiranti

La poesia negli occhi di Salgado

Una lettera d’amore per il pianeta… Un’ode visiva alla bellezza e alla fragilità della Terra…

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Con queste parole il grande fotografo Sebastião Salgado ha definito la sua opera GENESI, un progetto di vita in cui lavoro, amore e impegno sociale sono stati ispirati congiuntamente da un unico desiderio potente, condiviso da sempre con la moglie Lèlia Wanick. Uno di quei desideri che smuovono le montagne: portare a conoscenza di quante più persone possibile lo splendore di un mondo intatto, di una natura realmente incontaminata – che copre quasi la metà del pianeta – e dove l’uomo non è riuscito a imporre la propria presenza. Proviamo per un momento a immaginare un tratto di vita lungo 8 anni in cui Salgado (a volte da solo, altre in famiglia) attraversa la Terra in compagnia di una guida alpina (sempre la stessa) in lungo e in largo, in 32 viaggi/spedizioni che lo portano dai poli alla foresta amazzonica passando per gli oceani, con tutti i mezzi possibili: a piedi, in mongolfiera, a dorso di mulo, su barche di giunco. E tutto per scoprire com’era la Terra e i suoi abitanti all’inizio. Le sue storie per immagini parlano da sole, recensioni e commenti in questo caso sono del tutto superflui… ma dal suo racconto in parole emergono dettagli così educativi e affascinanti, su quel desiderio romantico che ha ispirato tutto il viaggio, che un momento di riflessione qui dove parliamo di continuo di spirito creativo, forse può avere un senso.

Prima del Progetto Genesi Salgado aveva narrato aspetti diversi del rapporto fra uomo e Terra, storie importanti che avevano nello sradicamento e nella sofferenza il denominatore comune. E’ riuscito a cogliere tutto lo spaesamento, le fatiche, le paure che sottostavano alle migrazioni imponenti di contadini dalle aree rurali ai centri urbani e di persone in fuga dalla violenza della natura o degli uomini: ha raccontato anche il cammino difficile di giovani desiderosi di costruirsi lontano da casa una vita migliore (La mano dell’uomo, 1994 e In cammino, 2000). E dopo anni passati a denunciare crudeltà e disagio, la fiducia di Saldago nell’uomo e nel suo futuro si era ridotta del tutto. Ci ha pensato la Natura, però, a riportare energia e speranza nella sua vita. Come spesso accade, in modo del tutto imprevisto.

Salgado poco prima del 2000 rileva dal padre una fazenda di famiglia in Brasile, dove aveva trascorso l’infanzia, ricordando bene com’era… immersa nella natura tropicale più sana e rigogliosa. La ritrova in condizioni totalmente diverse: la deforestazione e l’erosione conseguente ha trasformato quel paradiso in terra arida e sterile, senza più vegetazione e animali. La moglie propone allora un progetto davvero azzardato: riportare quel luogo allo splendore iniziale. E pianta dopo pianta non solo la terra torna verde, ma nel giro di quindici anni riappare tutta la flora e la fauna tropicale, mentre fiumi e ruscelli hanno ripreso a vivere, e con loro i pesci e gli alligatori. Fino a diventare oggi un Parco Nazionale. La storia di questa avventura è raccontata magnificamente nel sito institutoterra.org.

Forse è stato proprio l’assistere personalmente a questa capacità di rigenerazione della Terra – così potente e vigorosa, quasi magica – a innescare quel desiderio in Salgado di celebrare col suo sguardo l’incanto della natura che cresce e si rinnova a dispetto di tutto. Abituato con le immagini a rendere giustizia dove questa non c’era, aveva pensato all’inizio a un percorso di denuncia sociale simile a quelli già affrontati in precedenza. Pensava di mostrare le conseguenze sulla natura della cecità degli uomini attraverso gli esiti del surriscaldamento, dell’inquinamento… Poi ha capito e sentito che non sarebbe stato congruente celebrare la bellezza totale e assoluta della natura e delle terre incontaminate, attraverso la rappresentazione delle brutture (altrettanto assolute) operate dall’uomo. Non era possibile, ci voleva altro: serviva allo scopo una lunga, lunghissima lettera d’amore per il Pianeta. E così è nata GENESI: prima l’idea, poi una lunga esplorazione in tutti i continenti, la stesura del racconto per immagini, e infine le mostre e le pubblicazioni fotografiche portate in tutto il mondo.

Non solo paesaggi immutati da sempre, sono stati destinatari della sua lettera, ma anche diverse civiltà “primitive”: alcune incontattate, come le definisce lo stesso Salgado, altre sfiorate appena dalla cultura, e in ultimo quelle che hanno conservato l’identità originaria ma hanno scelto di non vivere più nell’isolamento totale. Volevo immortalare un mondo evanescente, una fetta di umanità che rischia di scomparire da un momento all’altro e che vive ancora in armonia con la natura... scrive l’artista/esploratore.

Nel post Una lettera d’amore alcune immagini tratte dal libro

Sebastião Salgado Genesi, Taschen 2013 


Il dono del silenzio

Fra le figure più influenti della spiritualità contemporanea orientale sicuramente troviamo il poeta e monaco buddhista Thich Nhat Hanh. Famoso per la sua attività pacifista – tanto da essere candidato al Nobel nel 1967 da Martin Luther King – e per i suoi insegnamenti sull’arte della meditazione, questo studioso dell’animo umano ha scritto decine di libri, uno più891ba2cea6b149a24da134f008f839cd suggestivo e ispirante dell’altro.

La condizione essenziale perché possiamo sentire il richiamo della bellezza e rispondervi è il silenzio.

Quando sei riuscito a calmare tutto il rumore dentro di te, quando sei riuscito a instaurare dentro di te il silenzio, un silenzio tonante, cominci a udire il più profondo tipo di richiamo proveniente da dentro di te. Il tuo cuore ti sta chiamando…

Questi pensieri aprono, nelle prime pagine dell’introduzione, un breve saggio dedicato al tema del silenzio (nobile e gioioso) e dell’ascolto profondo. L’unico tipo di ascolto che può condurci a capire e a sentire come vogliamo vivere ed essere per davvero.

La quiete consapevole, intenzionale, è nobile silenzio. Talvolta le persone presumono che il silenzio debba essere serio, ma c’è una certa leggerezza nel nobile silenzio. E’ un tipo di silenzio che può racchiudere la stessa quantità di gioia di una bella risata…

... e tale silenzio è detto nobile perché ha il potere di sanare.

In questi anni di rumore continuo, dentro e fuori di noi, questo piccolo libro di Thich Nhat Hanh ha avuto su di me lo stesso effetto calmante e rigenerante di una camminata nell’aria cristallina d’alta quota; si legge tutto d’un fiato per poi ritornarci sopra più e più volte e ogni volta se ne scopre un aspetto nuovo. Il suo scrivere è semplice e scorrevole, come gli esercizi che propone. Torneremo di nuovo su questo argomento del silenzio, nelle pagine della sezione Heart. Approfondiremo alcuni dei suoi suggerimenti più suggestivi e stimolanti, per imparare a disegnare la vita di ogni giorno con tratti più lievi.

Thich Nhat Hanh, Il dono del silenzio, Garzanti 2015


Le parole sono finestre (oppure muri)

È bastato leggere poche pagine del libro di Marshall B. Rosenberg Le parole sono finestre, oppure muri e assistere a una conferenza di PrimaComunicazione – che propone una modalità di ascolto e comunicazione empatica ispirata al suo metodo – per decidere di partecipare senza indugio ai seminari proposti a Ravenna da chi questo tema lo insegna da tempo, anche in ambito universitario: Roberta Lorenzetti (docente del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna e counselor) e Manuela Fantinelli (docente, coordinatrice nell’area dell’Alta Formazione e counselor).

14-marshall-b-rosenbergMarshall B. Rosenberg – psicologo, allievo e assistente di Carl Rogers – è il creatore del Metodo CNV, Comunicazione Non Violenta, un approccio di comunicazione empatica e collaborativa che ha sperimentato personalmente nei contesti più disparati, alcuni anche molto difficili. Come è successo in Medio Oriente, in comunità che affrontano quotidianamente conflitti violenti e in un clima di forti tensioni etniche, religiose e politiche.

Rosenberg ha sperimentato il suo approccio, con grande soddisfazione e ancora più grandi risultati, anche in ambiti scolastici, in esperienze di comunità, in luoghi di lavoro e cura.

Il Metodo PrimaComunicazione utilizza alcuni aspetti fondamentali dell’approccio della CNV di Rosenberg e li affianca ad altre strategie e tecniche di ascolto/comunicazione che aiutano le persone a migliorare la qualità e profondità di relazione con sè stessi e gli altri. Convinte che la connessione empatica stia diventando oggi una competenza “necessaria” in ogni campo della vita quotidiana, Roberta Lorenzetti e Manuela Fantinelli propongono il loro Metodo in scuole, aziende e istituzioni. E lo adattano in proposte formative specifiche per chi vuole sperimentarlo nel proprio quotidiano, in famiglia (per migliorare la comunicazione con figli e partner), in tutte quelle aree in cui lavorare sulla profondità e autenticità dei rapporti interpersonali può influire enormemente sulla qualità della vita collettiva e individuale.

Durante il primo seminario di ottobre abbiamo ragionato sui 5 passi della comunicazione efficace: osservazione senza giudizio, analisi dei sentimenti, analisi dei bisogni sottesi ai sentimenti, abilità nel chiedere in modo chiaro e non manipolativo e infine la gratitudine. In poche ore, in un clima di condivisione allegra e molto profonda allo stesso tempo, abbiamo fatto l’assaggio di un Metodo che può davvero “fare la differenza”: nell’ascoltare gli altri, nell’essere ascoltati e modificando i meccanismi automatici che portano al giudizio reciproco, alla critica e alla rabbia. Si può imparare a dire ciò che si desidera senza innescare schemi di attacco e difesa, si può migliorare la capacità personale di empatia e di rispetto nei confronti nostri e di chi ci circonda.

Nel secondo seminario di novembre, invece, abbiamo approfondito il concetto di empatia e autoempatia, un’attitudine quest’ultima non particolarmente sviluppata nella nostra cultura; decisamente la meno frequentata nell’insieme delle nostre abitudini. Il dialogo interiore di autocritica (persistente) accompagna molti di noi nella vita quotidiana e Roberta ci ha insegnato una strategia – ispirata ai passi di Rosenberg – per accorgerci di certi nostri automatismi di reazione, verbali e non, e per cominciare a portare più dolcezza, pazienza e ascolto anche nei confronti di noi stessi, dei nostri bisogni e desideri.

A dicembre dovremo lavorare sul tema spinoso della rabbia e della definizione di sì e no che vogliono dire davvero sì o no. Il nostro gruppo di lavoro lo attende con trepidazione! Quello del riuscire a esprimere le proprie richieste in modo chiaro, onesto e non manipolativo è uno dei presupposti principali per una comunicazione davvero efficace. E piano piano (a passo di lumaca, si diceva al corso) si trasforma in un modo di essere e di fare che porta benessere, sviluppa la creatività e rende il nostro viaggio quotidiano molto più lieve e gradevole.

I seminari di PimaComunicazione si svolgono per ora a Ravenna e Bologna. Da gennaio 2017 saranno proposti anche a Catania, Roma, Torino e Trento.  Per informazioni: dott.ssa Manuela Fantinelli ALMATU Alta Formazione  Segreteria 344.0397675  www.almatu.it

Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre (oppure muri), Esserci Edizioni 2003