Tomorrowland – 2015 (con George Clooney, Britt Robertson e Raffey Cassidy)
Tomorrowland è una produzione in puro stile Disney, uscita nelle sale nel 2015, diretta dal regista Brad Bird (premio Oscar per Ratatouille e Gli Invincibili) e interpretata da George Clooney. Creata per un pubblico molto giovane, la storia risulta estremamente educativa e adatta anche agli adulti che sentono forte il desiderio di continuare a sperare. Nonostante le apparenze, nonostante tutto.
Una delle protagoniste principali, la bravissima Athena, è una bambina con uno scopo ben preciso nella vita. Trovare in tutto il mondo persone capaci di nutrire la speranza, di sognare e vivere il quotidiano – anche il più ordinario – con un’attitudine straordinaria: determinazione, mente e cuore disponibili a fidarsi di sé, degli altri e del futuro. Athena è un insieme di bit e circuiti elettronici; un “animatronic” che nell’interazione con gli umani scopre la realtà dei sentimenti. E’ una reclutatrice che viaggia nel tempo e nello spazio multidimensionale per convincere “sognatori” di tutte le età e di tutte le razze a visitare il mondo di domani, a dare il proprio contributo alla costruzione di un modo di essere e vivere nuovo. Per trasportare in un istante le persone dalla nostra realtà a quella parallela di un futuro possibile, semplicemente straordinario, usa una specie di medaglia/stemma su cui campeggia la lettera T di Tomorrowland. Quando le reclute scelte (un giudice, una progettista di auto, una ballerina, un artista di strada, un tecnico di impianti eolici, una guardia forestale…) la trovano “per caso” sulla scrivania, nella borsa da lavoro, nella custodia della chitarra o sul cofano della jeep, la prendono in mano e vengono a trovarsi immediatamente nella nuova dimensione.
Casey è l’ultima sognatrice reclutata da Athena, poco prima che il mondo si avvii verso la sua possibile fine. Casey è una ragazza intelligente, appassionata da sempre di stelle e mondi lontani, che non accetta la visione apocalittica proposta dagli adulti (dagli insegnanti a scuola, dal padre, dal compagno di avventura Clooney o dal cattivo di turno); lei pensa, cerca soluzioni e agisce ispirata solo dal suo istinto e dalla sua innata capacità di immaginare il meglio, il possibile e il nuovo. In un flashback all’inizio del film si vede lei bambina che in braccio ai genitori indica le stelle e le nomina una ad una. E alla madre che le dice: e se lassù non ci fosse nulla? Lei risponde: e se invece ci fosse tutto?
Effetti speciali sorprendenti: dalla Torre Eiffel che si apre per far partire il veicolo che porta i protagonisti al mondo di domani alle architetture spettacolari della città del futuro.
Un film/invito alla speranza e alla fiducia nell’umanità e nel sogno.
Le case (e i film) di Nancy Meyers
Adaline. Eterna Giovinezza – 2015 (con Blake Lively, Harrison Ford e Michiel Huisman)
Ci sono film che dopo la visione rimangono a lungo nella mente, non tanto per l’originalità della trama o la bravura dei protagonisti (per altro qui tutti straordinari nei rispettivi ruoli), ma per le atmosfere curate e rarefatte delle ambientazioni, per la delicatezza dei dialoghi e l’eleganza della fotografia. Adaline è uno di questi.
Ambientata sulla costa occidentale degli Stati Uniti (San Francisco), in realtà girata quasi interamente a Vancouver e dintorni (Canada), la storia narra i delicati sentimenti di una ragazza 29enne che per uno strano processo fisiologico, conseguente ad un gravissimo incidente automobilistico, non può più invecchiare e trascorre più o meno 80 anni in solitudine e nel più totale riserbo, con una figlia che diviene anziana sotto i suoi occhi sempre giovani.
Non può e non vuole innamorarsi o creare legami per non attirare su di sé l’attenzione della scienza e rischiare di diventare un corpo da laboratorio; e così per non svelare ad alcuno il suo segreto ogni dieci anni cambia identità, residenza e lavoro, ma l’incontro con un giovane uomo di cui si innamora sarà l’occasione per dare una svolta alla sua vita. Senza entrare nei dettagli per non svelare troppo la trama e i suoi colpi di scena, possiamo dire che il tema della bellezza dello scorrere del tempo e della necessità di viverlo con le persone amate è affrontato con raffinata maestria.
Gli sguardi, le parole, la musica e la fotografia (abilmente orchestrate) ci accompagnano in un breve ma intenso viaggio dentro gli stati d’animo di una giovinezza eterna e innaturale, di una solitudine scelta per paura e non per amore. Affascinante la caratterizzazione e l’interpretazione dei tre protagonisti principali, così come è ottimamente centrata la scelta delle ambientazioni in interni ed esterni. La biblioteca con i suoi archivi di inizio ‘900, la galleria sotterranea con reperti navali sconosciuti, l’antico cinematografo, il loft del protagonista o la casa di campagna dei genitori sono la cornice perfetta per lo svolgimento della vicenda e per la narrazione degli stati d’animo che evolvono lungo tutto il film.
Finisce bene